Pidocchi e capelli… consigli utili per non perdere la testa!

La pediculosi continua a rappresentare un problema frequente, sopratutto ne...

 
 

Che cos’è la pediculosi e quando scatta l’allarme?

Con il termine “pediculosi” si intende un’infestazione del capo da parte dei pidocchi.

I pidocchi sono piccoli insetti parassiti, lunghi circa 2-4mm, muniti di piccole zampe uncinate che gli permettono di aggrapparsi ai capelli, sopratutto all’altezza della nuca, dietro le orecchie e sulle tempie.
Sono di colore bianco-grigiastro e si riproducono sulla testa dell’uomo. 

Sono insetti “ematofagi”, ovvero si nutrono di sangue umano tramite una proboscide, detta haustellum.
Il pidocchio morde il capo dell’ospite con i dentelli dell’haustellum; inietta poi la propria saliva, che contiene  sostanze vasodilatatrici e anticoagulanti, e,  infine, aspira il sangue per nutrirsi.
Proprio la saliva è responsabile delle reazione allergiche nei soggetti sensibilizzati. 

La femmina depone nell’arco della sua vita, circa un mese, più o meno 200 uova (lendini) che si fissano alla base del capello con una sostanza collosa molto difficile da sciogliere. 
Dopo circa una settimana le uova  si schiudono dando vita alle larve, che dopo un paio di settimane diventeranno pidocchi adulti. 

 

Un prurito frequente e fastidioso deve far scattare l’allarme.

Infatti proprio la sensazione di pizzicore alla testa è segnale tipico della pediculosi che compare però, solo dopo qualche settimana dopo le prime punture, perché la saliva contiene anche una sostanza anestetizzante.

Con il passare dei giorni si sviluppa quindi una reazione allergica e il prurito si estende progressivamente a tutta la nuca.
Il cuoio capelluto può apparire arrossato, e se le lesione provocate dal grattarsi si infettano, può verificarsi un moderato ingrossamento dei linfonodi. 

 

Come avviene il contagio?

I pidocchi non volano e non saltano, quindi il contagio può avvenire in due modi:

  • contagio diretto;
  • contagio indiretto, ovvero tramite lo scambio di effetti personali come sciarpe, cappelli, pettini o cuscini, etc. 

Nella maggior parte dei casi si verifica in ambienti chiusi e affollati come le scuole, soprattutto perché i bambini socializzano tramite il gioco e il contatto fisico che può favorire il contatto diretto. 

 

Consigli utili:
 

  • Controllare il capo, sopratutto dei bambini, almeno un paio di volte alla settimana. Per ispezionarlo basta sollevare lentamente i capelli facendoli scorrere contro pelo  e ciocca per ciocca, per esaminarli con attenzione, aiutandosi con un pettine a denti stretti.
     
  • Lavare indumenti a 60°. Bisogna disinfettare lenzuola, federe, abiti, e tutto quanto sia venuto in contatto con i parassiti; eventuali peluche o altri effetti personali che non possono esser lavati, vanno ben chiusi in un sacco di plastica per almeno 7 giorni e poi esposti all’aria aperta.
     
  • Lavare pettini e spazzole; vanno lasciate in ammollo per almeno 10 minuti con lo shampoo adatto al trattamento della pediculosi.
     
  • Lavare i capelli con uno specifico shampoo ad azione antiparassitaria,  in genere a base di piretroidi. Seguire le istruzione del foglietto illustrativo e, dopo avere asciugato la testa, eseguire un controllo con un pettine e denti fitti. E’ opportuno infine ripetere il lavaggio dopo circa 8 giorni, per rimuovere ed eliminare eventuali uova non rimosse. Questo tipo di trattamento è bene farlo anche agli altri componenti della famiglia. 
     
  • Per evitare la trasmissione è opportuno evitare lo scambio di indumenti e/o di oggetti personali

 

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